mercoledì 29 aprile 2020

I Fantastici 4, alla ricerca della mutazione! #STEP10

Questa breve sequenza cinematografica, mette in risalto come Reed Richards (Mister Fantastic) stia cercando di identificare la causa dei loro nuovi super poteri, analizzando da un punto di vista prettamente scientifico i relativi dati ottenuti dai suoi esperimenti.


sabato 18 aprile 2020

Arti figurative, l'autoritratto di Raffaello. #STEP09


Autoritratto di Raffaello


Fonte:https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f6/Raffaello_Sanzio.jpg

Autore: Raffaello Sanzio
Data: 1504-1506
Ubicazione: Galleria degli Uffizi, Firenze 

Questo famoso autoritratto, esprime in modo abbastanza esplicito, come il processo di auto-identificazione sia coinvolto, al fine di poter rappresentare una copia di se stesso su tela.

venerdì 17 aprile 2020

Apologia di Socrate. STEP#08

Dalla testimoninza del proceso di condanna del noto filosofo ateniese Socrate, possiamo cogliere in modo chiaro in più punti del testo come il concetto dell'identificazione risulti la base di molte considerazioni sull'esistenza personale di un idividuo.

 Fonte:https://i0.wp.com/www.liberliber.it/online/wp-content/uploads/2015/04/apologia_di_socrate.jpg?fit=1200%2C600&ssl=1

[...Ma potrebbe darsi, cittadini, che ildio sia effettivamente sapiente e che in questo oracolo voglia dire che la sapienza umana vale poco onulla; è evidente che questi menziona Socrate e [23b] ha dato il suo responso col mio nome, prendendome come esempio, come per dire: "Uomini, il più sapiente fra voi è chi, come Socrate, ha riconosciuto che in verità non è di nessun valore, per quanto concerne la sapienza."...]
"Ha riconosciuto che", può essere espresso come "ha identificato che", quindi fa riferimento ad un processo di auto-identificazione che una persona volge su se stessa per riconoscere, in questo caso, la limitatezza della propria sapienza.

Link:
 

giovedì 16 aprile 2020

"Il passero solitario", Giacomo Leopardi. STEP#07


In questa nota poesia di Leopardi, il poeta si riconosce (identifica se stesso), facendo una lunga similitudine, nell'immagine di un passero solitario.



[D’in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l’armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell’aria, e per li campi esulta,
Sì ch’a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d’allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell’anno e di tua vita il più bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio!
Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de’ provetti giorni...]


Parafrasi:

[Dalla cima della torre antica,
passerotto solitario, continui a cantare volto alla campagna,
fino a che la giornata non termina;
e il suono del tuo canto si diffonde attraverso questa vallata.
Tutto intorno, brilla nell’aria la primavera
ed i campi sono nel pieno del loro rigoglio,
al punto tale che ad ammirarla il cuore si commuove.
Senti i greggi belare e le mandrie di buoi muggire;
gli altri uccelli sono felici e insieme fanno a gara
mille giri nel cielo libero,
festeggiando il periodo migliore della loro vita anch’essi:
invece tu, pensieroso e in disparte, osservi tutto ciò che ti sta attorno;
non ti curi dei compagni, dei voli,
di mostrare allegria ed eviti i divertimenti;
canti, e proprio così passi
la migliore epoca dell’anno e della tua vita.
Ahimè, quanto è simile
al mio il tuo modo di vivere!
Io non cerco, e nemmeno so come sia possibile,
il divertimento e il piacere,
i dolci compagni della gioventù,
né te, amore, compagno di giovinezza,
che sarà un amaro rimpianto nei giorni dell’età matura...]


Questa parte di poesia (canzone libera in endecasillabi e settenari alternati), mette in risalto il parallelismo tra il passero e Leopardi, in particolare, entrambi rimangono in disparte, in completa solitudine, a guardare il rinnovo gioioso della natura (periodo primaverile).

Link:

Approfondimento del testo ed analisi

Biografia Giacomo Leopardi

mercoledì 15 aprile 2020

Tema dell'identificazione in "Uno nessuno e centomila" Luigi Pirandello. STEP#06


Uno nessuno e centomila

Particolarmente interessante risulta l’analisi di questo concetto chiave all’interno di un’opera letteraria come “Uno nessuno e centomila”, dove prende forma e viene esposta in maniera concreta la teoria delle maschere di Luigi Pirandello.
L’antieroe di questo romanzo, Vitangelo Moscarda, un giorno si rende conto allo specchio di una imperfezione al naso che non aveva mai notato. Da questo fatto, apparentemente insignificante, il nostro protagonista si accorge che la propria esistenza, illusoriamente unitaria, risulta scissa in due: un'immagine privata ed un'immagine pubblica.

Il concetto alla base è che la percezione che abbiamo di noi stessi (unica), differisce con quella che gli altri hanno di noi (centomila, molte); l’identificazione, quindi, diventa il fulcro di questo pensiero.

 
 Fonte:https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fwww.macrolibrarsi.it%2Flibri%2F__uno-nessuno-e-centomila-libro.php&psig=AOvVaw0yziKM9VTYWglu2vlNy2YA&ust=1586616914207000&source=images&cd=vfe&ved=0CAIQjRxqFwoTCIDqwN-
O3ugCFQAAAAAdAAAAABAF




Link:
 

 

venerdì 10 aprile 2020

Identificazione in ambito pubblicitario. STEP#05



 Pubblicità Apple iPhone X, Face ID



Il riferimento all'identificazione in questa pubblicità è forte, risulta centrale nella descrizione dell'intelligenza artificiale, che grazie alla camera dello smartphone, riesce a percepire ed adattare lo scatto riconoscendo la scena inquadrata. Il riferimento al Face ID esalta il concetto di identificazione e riconoscimento, al punto da renderlo l'elemento cruciale per garantire la nostra privacy.

 






Video pubblicitario:






giovedì 2 aprile 2020

L'identificazione nella Mitologia STEP#04


Il mito di Narciso



Fonte:https://cultura.biografieonline.it/narciso-mitologia/



Il mito di Narciso è senza dubbio uno dei più noti della Mitologia greca.
Possiamo trovare numerose versioni di questa storia, ma alcuni tratti rimangono invariati nelle varie culture e nelle varie edizioni.

La breve trama che esporrò farà riferimento al mito greco:
Narciso nacque dall'unione tra Cefiso e Liriope; caratterizzato da una bellezza senza pari, il giovane trascorre le proprie giornate andando a caccia di animali selvatici e riufiutando l'amore altrui.
Un giorno, mentre cacciava, sentì rimbalzare tra le gole della montagna una voce che si esprimeva in canti e risate. Era Eco, ninfa della montagna che, al solo vederlo, s'innamorò perdutamente di lui. Ma Narciso era tanto fiero e superbo della propria bellezza, che gli pareva cosa di troppo poco conto occuparsi di una semplice ninfa. L'amore e il dolore consumarono Eco tanto che il corpo della giovane fanciulla deperì al punto di non proiettare più la propria l'ombra.
Affranta dal dolore si rinchiuse in una caverna profonda ai piedi della montagna, dove Narciso era solito andare a cacciare. E lì con la sua bella voce armoniosa continuò a invocare per giorni e notti il suo amato, ma Narciso, non venne mai.
Della ninfa rimasero solo le ossa e la voce. Le ossa presero la forma stessa della cava roccia ove il suo corpo era rannicchiato e la voce visse eterna nella montagna solitaria. Da allora essa risponde accorata ai viandanti che chiamano.
Narciso non ne fu affatto addolorato e continuò la sua vita appartata. Fu allora che intervennero gli dei per punire tanta ingratitudine.
Un giorno, mentre il superbo giovinetto si bagnava in un fiume, vide per la prima volta riflessa nell'acqua limpida l'immagine del suo viso. Se ne innamorò perdutamente e per questa ragione tornava di continuo sulle rive del fiume ad ammirare quella fredda figura. Ma ogni volta che tendeva la mano nel tentativo di afferrarla, la superficie dell'acqua s'increspava, ondeggiava e l'immagine spariva.
Una mattina, per vederla meglio, si sporse di più e di più finché perse l'equilibrio cadendo nelle acque, che si rinchiusero per sempre sopra di lui. Il suo corpo fu trasformato in un fiore di colore giallo dall'intenso profumo, che prese il nome di Narciso.


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