mercoledì 20 maggio 2020

I limiti e le criticità dell'identificazione. STEP#15

Senza dubbio questo argomento rappresenta una vastità e complessità che vanno in qualche modo a compromettere la facile interpretazione dell’articolo da parte del lettore, ciò nonostante risulterebbe una grossa mancanza analizzare superficialmente l’argomento.

Il processo identificativo, può essere analizzato da un punto di vista cognitivo come una serie di passaggi che permettono ad una persona l’acquisizione di un dato esterno, che viene confrontato con quelli già presenti nella sua memoria. L’identificazione, quindi, si trova in una condizione di subordinazione rispetto ai sensi, che ci permettono di interagire con il mondo esterno, ma che presentano numerose limitazioni già constatate, dovute alla finitezza della natura umana. Prendendo in considerazione questo semplice aspetto, possiamo già notare un grosso limite posto dalla nostra percezione empirica della realtà, che spesso ci risulta infallibile e oggettiva, ma che nella realtà dei fatti è inaffidabile e soggettiva.

Facendo una trattazione più ampia, il processo identificativo può essere visto come elemento cardine della nostra capacità di ragionare, confrontare e analizzare, caratteristiche che contraddistinguono il sapere scientifico, che imponendosi attraverso leggi e trattati cerca di rendere ciò che deriva dall’esperienza una forma di sapere oggettiva e inconfutabile.

Nell’ambito della filosofia, la presenza di questi limiti ha sempre affascinato i filosofi tanto che già Platone aveva esposto l’impossibilità della conoscenza assoluta nel mondo empirico; numerosi altri grandi pensatori si cimentarono nella ricerca dei limiti della conoscenza umana, in particolare Kant appartenente ad una linea di pensiero definita “criticismo”, cerca di approcciare le fondamentali esperienze umane conoscitive, in maniera problematica, cioè interrogandosi preliminarmente sulle loro condizioni di possibilità, mettendone dunque in conto la loro limitatezza.

Tutto questo però non sfocia nello scetticismo di Hume che radicalizza l’empirismo di Locke, mettendo in dubbio non solo la veridicità delle cose materiali, ma anche la consistenza del nostro “io”.

Per rimanere su una linea di pensiero meno radicalizzata, bisognerebbe cercare di comprendere appieno la varie analisi sopra esposte e adottando un atteggiamento kantiano (essere consapevoli della nostra limitatezza), dovremmo cercare di fondare una nuova forma di sapere, perdendo un po' di fiducia ottimistica della ragione su stampo illuminista, senza cadere nell’oblio dell’incertezza; consapevoli della natura umana, si dovrebbe fondare un sapere più critico e pronto ad eventuali cambiamenti.

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